Mettiti comodo perché nella guida di oggi andiamo a definire una volta per tutte cosa sono gli intervalli musicali, perché occorre conoscerli e in che modo ti potranno essere d’aiuto all’interno del tuo percorso musicale.
Ammetto che sono un argomento complesso ma, come sempre – noi di teoriamusicale.com – facciamo del nostro meglio per rendere semplice anche quegli argomenti più astrusi.
Quindi, se sei pronto, partiamo per questa nuova avventura, avventurandoci nei meandri della teoria musicale.
Cos’è un Intervallo Musicale? Definizione e Concetti di Base
L’intervallo musicale è una distanza tra due suoni. Così come nella vita di tutti i giorni usiamo i centimetri e i metri per calcolare le distanze, nella musica il metro di misura è l’intervallo.
Dunque stiamo parlando di distanza tra due suoni. Perciò quando parliamo di intervalli musicali, parliamo di distanze fra due suoni (due note). L’intervallo musicale viene definito tramite numeri ordinali. Guarda questo esempio:

La distanza tra Fa e Do risulta essere un intervallo di 5° poiché gli intervalli si calcolano contando tutte le note che intercorrono tra le due in esame, comprese le due note stesse. Dunque la “conta” da fare è: Fa, Sol, La, Si, Do. Cinque note? Bene, intervallo di quinta.
Vediamo se è tutto chiaro. Che intervallo musicale vi è fra queste due note?

Per prima cosa, occorre capire che note siano. Se sai leggere le note musicali, saprai che la prima nota è un Sol, la seconda, invece, è un Mi. Calcoliamo insieme la distanza che intercorre tra Sol e Mi, compresi Sol e Mi stessi: Sol, La, Si, Do, Re, Mi.
Ci sono uscite sei note, dunque questo è un intervallo di sesta. Perciò per trovare un intervallo non devi fare altro che prendere la prima nota, e contare quanti passi ci sono dalla seconda.
Fino ad ora abbiamo visto intervalli ascendenti. Ovviamente, esistono anche i casi in cui la seconda nota è più bassa della prima. In questo caso siamo dinnanzi ad un intervallo discendente, proprio come questo.

In questo caso come conviene fare per trovare l’intervallo?
Si può agire in due modi:
- O parti dalla prima nota (quella più alta) e conti la scala musicale al contrario;
- O parti dalla seconda nota (quella più bassa) e utilizzi la “solita” scala musicale.
Per esempio, date le note dell’esempio sopra Re e La, posso utilizzare il primo metodo e contando ottengo: Re, Do, Si, La. Quattro note, dunque è un intervallo di quarta.
Oppure posso adottare il secondo metodo e cioè posso partire a contare dalla nota più basso e ottengo: La, Si, Do, Re. Quattro note, dunque intervallo di quarta.
Che tu utilizzi un metodo o l’altro è totalmente indifferente. L’importante è arrivare a centrare l’obiettivo.

Intervallo musicale Melodico e Armonico
Nella lingua parlata, utilizziamo spesso il termine melodia in modo improprio. Quando parliamo di “melodia”, tendiamo ad associare il termine a qualcosa di bello che dà delle gradevoli sensazioni.
In realtà, melodia non significa “note belle da ascoltare”. Con il termine melodia intendiamo semplicemente una successione di suoni.
Dunque quando parliamo di intervallo melodico, intendiamo parlare di due note messe in successione, proprio come in questo caso:

Invece quando in musica si parla di armonia, intendiamo una pluralità di suoni che vengono eseguiti contemporaneamente. Non a caso la materia musicale “armonia” studia gli accordi e gli accordi sono un insieme di tre o più suoni eseguiti simultaneamente.
Dunque quando senti il termine “armonia” o “armonico” deve subito saltarti alla memoria il collegamento con la pluralità di suoni.
Detto ciò, quando parliamo di intervallo armonico, non parliamo della distanza che c’è tra due suoni messi in successione, ma bensì tra due suoni eseguiti contemporaneamente:

Anche in questo caso parliamo di un intervallo di quarta, ma questa volta l’intervallo è armonico.
Se ti stai domandando “a cosa ci serve sapere se un intervallo è armonico o melodico?” allora dovresti fare questa domanda a chi ha creato la teoria musicale, poiché ai fini del calcolo dell’intervallo, non fa alcuna differenza.
Come si misurano gli Intervalli Musicali? Tono e Semitono
Abbiamo detto che per definire un’intervallo è sufficiente contare tutte le note di passaggio dal punto A al punto B, punto A e B compresi. Perciò la distanza tra un Re e un Sol è un intervallo di quarta (Re, Mi, Fa, Sol).
Tuttavia, contare gli intervalli in questo può risultare generico e approssimativo poiché ti mostrerò a breve che esistono moltissimi intervalli e questo modo può solamente creare più confusione.
Ad esempio, se ti chiedo che intervallo c’è tra Do e Mi probabilmente mi risponderai che si tratta di un intervallo di terza (risposta corretta). Ma se ti chiedo che intervallo c’è tra Do e Mib cosa mi diresti? È sempre un intervallo di terza? Sì.

Dunque, occorre definire e specificare questi tipi di intervalli poiché non è possibile che due distanze diverse (Do-Mi, Do-Mib) abbiano lo stesso identico intervallo.
Ecco che entrano in gioco altri intervalli, ma soprattutto occorre calcolare tali intervalli con maggiore precisione parlando di Tono e Semitono.
Parliamo di semitono quando siamo in presenza della più piccola distanza esistente tra un suono e quello precedente o successivo.

In quest’immagine puoi vedere che la distanza che c’è tra Do e Do# è la distanza più piccola che possa esserci tra due tasti. In poche parole, se prendo il tasto Do del pianoforte e ti chiedo di toccare il tasto immediatamente a destra del Do non prenderesti il Re, ma bensì il Do# perché questo è effettivamente quello più vicino al Do.
E se dal Do ti chiedo di prendere il tasto immediatamente più vicino a sinistra, quale prenderesti? Risposta: il Si.
Quindi quando parliamo di semitono, parliamo della distanza più piccola che può esserci tra due suoni (nel caso del pianoforte, tra due tasti).
Il Tono, invece, è il doppio del semitono:

Tra Do e Re vi è un tono. Il Tono è la somma di due semitoni. Infatti, tra Do e Do# vi è un semitono e tra Do# e Re vi è l’altro semitono. Sommati danno il Tono.
Attenzione! Ho visto troppi studenti di musica sbagliare clamorosamente qui. Non esiste il tasto semitono. Il semitono (così come il Tono) è una distanza e pertanto si riferisce sempre e solo a due suoni. Il Semitono e il Tono sono a tutti gli effetti degli intervalli.
A cosa ci serve conoscere Tono e Semitono negli intervalli?
Risposta: ci aiutano a definirli con maggiore chiarezza. Nel paragrafo successivo avrai le risposte a tutte le tue domande.
Tipi di Intervalli musicali: maggiore, minore, giusto, diminuito e aumentato
Come accennavo prima, ci sono molti tipi di intervalli musicali. Oltre all’intervallo di seconda, terza, quarta e così via, un intervallo può essere:
- maggiore;
- minore;
- giusto;
- diminuito;
- aumentato;
- più che diminuito;
- più che aumentato.
Non fasciarti la testa ancora 😅, ti prometto che ti spiegherò il tutto nella maniera più semplice possibile. Sei pronto?
Prendiamo in esame la scala di Do maggiore e proviamo a prendere tutti gli intervalli che nascono sul Do.
Do-Re che intervallo è?
Risposta: è un intervallo di seconda (poiché intercorrono solamente due note).
Do-Re♭ che intervallo è?
Risposta: è un intervallo di seconda (poiché intercorrono solamente due note).
Prima dicevamo che non possono esserci note diverse con lo stesso tipo di intervallo. Se in effetti andiamo ad analizzare più a fondo gli intervalli, possiamo vedere che c’è uno dei due intervalli più grande dell’altro.
Infatti Do-Re è un intervallo di un tono (più grande), mentre Do-Re♭ è un intervallo di un semitono (più piccolo).
Visto che abbiamo un intervallo più grande e uno più piccolo, uno si chiamerà intervallo di seconda maggiore (Do-Re), l’altro si chiamerà intervallo di seconda minore.
Tutto chiaro?

Voglio mostrarti ora un altro metodo molto più smart per riuscire a definire un intervallo maggiore ed uno minore.
Prendi un righello. Misura la distanza che c’è tra Do-Re e misura la distanza che c’è tra Do-Re♭?
Quale distanza è palesemente più grande?

Risposta: La distanza tra Do e Re. Bene, quello è l’intervallo maggiore, l’altro è l’intervallo minore.
Dunque riuscire a distinguere un intervallo maggiore da uno minore è piuttosto semplice. Vediamo se hai ben chiaro il concetto con questo prossimo esempio. Dati i due intervalli di terza:
- Do-Mi
- Do-Mi♭
Quale intervallo è più grande (maggiore) e quale è più piccolo (minore)? Puoi utilizzare il metodo standard, ossia contando i toni e semitoni, oppure quello smart (il metodo del righello).
Soluzione: Do-Mi è l’intervallo maggiore, Do-Mi♭ è quello minore.
Devi sapere che non tutti gli intervalli possono essere classificati con maggiore/minore. Per esempio, se provassimo a fare lo stesso ragionamento con l’intervallo di quarta Do-Fa e Do-Fa♯ non otteniamo un intervallo minore (Do-Fa) e uno maggiore (Do-Fa#) poiché l’intervallo di quarta è considerato intervallo “giusto“.
Gli intervalli maggiori/minori sono quelli di:
- seconda;
- terza;
- sesta;
- settima.
Gli intervallo giusti sono quello di:
- unisono (che sarebbe l’intervallo di “prima”);
- quarta;
- quinta;
- ottava.
Dunque quando ci ritroviamo davanti ad un intervallo giusto, come quello di quarta per esempio, non esiste l’intervallo maggiore o minore, ma bensì esiste quello giusto, aumentato (o eccedente) o diminuito.

L’intervallo Do-Fa è un intervallo di quarta (Do, Re, Mi, Fa). L’intervallo Do-Fa♯ è un intervallo di quarta (Do, Re, Mi, Fa#). Quale dei due intervallo è più grande?
Do-Fa è l’intervallo più piccolo, Do-Fa♯ è l’intervallo più grande. Benissimo, Do-Fa è considerato l’intervallo di quarta giusta, Do-Fa♯ è considerato l’intervallo di quarta aumentata. Non esiste l’intervallo di quarta maggiore. Se provi ad ampliare un intervallo giusto, ottieni quello aumentato.
Gli intervalli giusti non hanno il loro rispettivo maggiore o minore, ma bensì hanno il diminuito o l’aumentato.
Tecniche per Riconoscere Velocemente un Intervallo Musicale
Bene, abbiamo capito come possiamo trovare un intervallo musicale. Ora però è bene capire come trovarlo velocemente.
Tutto dipende dalla note di partenza dell’intervallo. Trovare l’intervallo Do-La è diverso da trovare l’intervallo Mi-Do# poiché la note di partenza è diversa (nel primo caso è il Do, nel secondo caso è il Mi).
Dunque la nota di partenza ci suggerisce la scala a cui fare riferimento.
Nell’esempio Do-La, la prima nota ci suggerisce che stiamo facendo riferimento alla scala di Do maggiore, dunque nella scala di Do maggiore (formata esclusivamente da tasti bianchi) è corretto che ci sia un La tasto bianco?
La risposta è: certamente!
Bene, dunque si tratta di un intervallo di Sesta Maggiore (Do-Re-Mi-Fa-Sol-La) poiché queste note appartengono alla scala di Do maggiore.
Se avessi avuto Do-Lab come intervallo, il discorso sarebbe stato diverso. Il Lab non è una nota che appartiene alla scala di Do maggiore, bensì a quella minore. Ecco che dunque Do-Lab è un intervallo di sesta minore.
Prendendo invece in esame l’intervallo Mi-Do#, dicevamo che è la prima nota che determina la scala, dunque conto di essere all’interno della scala di Mi maggiore. A questo punto conoscendo la scala e le sue alterazioni (Mi, Fa#, Sol#, La, Si, Do#, Re#) mi viene molto semplice capire se Do# è una nota che appartiene o meno alla tonalità di Mi maggiore.
Siccome so che appartiene, la mia risposta è molto semplice: sesta maggiore!!
Se invece l’intervallo fosse stato Mi-Do, mi sarei subito reso conto che la nota Do non appartiene alla scala di Mi maggiore (poiché sarebbe stato Do#). Dunque appartenendo alla scala minore, Mi-Do è un intervallo di Sesta Minore.
Ecco perché è davvero importante studiare le scale musicali, poiché è proprio da lì che nasce tutto.
Esercizi con Soluzioni degli Intervalli Musicali

Ora ti propongo qui sotto una serie di esercizi con soluzioni sugli intervalli. In questo modo potrai esercitarti e capire se hai afferrato realmente il concetto o meno. Nella prima pagina troverai gli esercizi, nella seconda le soluzioni:
Intervallo Semplice e Intervallo Composto
Un intervallo semplice è un intervallo che si trova entro l’ottava, cioè con un’ampiezza massima di otto note (dall’unisono all’ottava). Un intervallo composto, invece, è un intervallo che supera l’ottava, ovvero è il risultato dell’estensione di un intervallo semplice oltre il suo limite naturale.
Alcuni intervalli semplici sono per esempio:
- Unisono (Do-Do)
- Seconda (Do-Re)
- Terza (Do-Mi)
- Quarta (Do-Fa)
- Quinta (Do-Sol)
- Sesta (Do-La)
- Settima (Do-Si)
- Ottava (Do e Do successivo)
Alcuni intervalli composti sono ad esempio:
Gli intervalli composti si ottengono aggiungendo 7 alle loro controparti semplici. Alcuni esempi:
- Nona (Seconda + 7 → Do-Re diventa Do-Re un’ottava sopra)
- Decima (Terza + 7 → Do-Mi un’ottava sopra)
- Undicesima (Quarta + 7 → Do-Fa un’ottava sopra)
- Dodicesima (Quinta + 7 → Do-Sol un’ottava sopra)
- Tredicesima (Sesta + 7 → Do-La un’ottava sopra)
Gli Intervalli Musicali nelle Canzoni Famose
Gli intervalli vengono utilizzati in tutti i generi musicali e in tutte le canzoni di ogni epoca. Ma parliamo un po’ delle canzoni moderne.
Ci sono alcune canzoni che vengono prese da riferimento per cercare di memorizzare facilmente le sonorità degli intervalli. Vuoi qualche esempio?
Per esempio l’intervallo di seconda minore (Do-Reb) lo si può facilmente memorizzare con le prime due note della canzone Bianco Natale.
Oppure ancora, l’intervallo musicale di seconda maggiore (Do-Re), lo si può memorizzare con l’inizio di Fra Martino:
Salendo abbiamo l’intervallo di terza minore (Do-Mib) può essere associato al memorabile inizio del brano Greensleeves.
Saliamo ancora e abbiamo l’intervallo di terza maggiore (Do-Mi) celebre inizio della Primavera di Vivaldi:
L’intervallo di Quarta Giusta (Do-Fa) è riconoscibile con le due note iniziali del brano natalizio We Wish You a Merry Christmas:
L’intervallo di Quinta Giusta (Do-Sol), invece è riconoscibile nelle due note iniziali della canzone romantica Can’t Help Falling in Love:
L’intervallo di Sesta Minore (Do-Lab), lo puoi trovare all’inizio della magnifica canzone Vecchio Frack di Modugno:
L’intervallo di Sesta Maggiore (Do-La), lo puoi trovare nelle due note iniziali della canzone Champagne di Peppino di Capri:
Arriviamo così all’intervallo di Settima minore (Do-Sib) che puoi trovare nel ritornello di Perdere l’amore di Massimo Ranieri:
Per l’intervallo di Settima maggiore (Do-Si) possiamo utilizzare la canzone Don’t Know Why:
E infine per l’ottava (Do-Do) ci sarebbero infiniti esempi ma ti voglio proporre Over The Rainbow:
Conclusione
Gli intervalli musicali sono il cuore della teoria musicale: governano la costruzione delle melodie, degli accordi e dell’armonia. Comprendere la loro natura, il loro suono e il loro utilizzo ti permetterà di sviluppare un orecchio musicale più raffinato, migliorare la tua capacità di comporre e improvvisare e, in generale, suonare con maggiore consapevolezza.
Abbiamo visto come si classificano gli intervalli, la loro importanza in diversi contesti musicali e come riconoscerli attraverso l’ascolto e la pratica. Ora sta a te metterti alla prova!
Per continuare il tuo percorso, ti consiglio di:
✅ Esercitarti con il riconoscimento degli intervalli, ascoltando brani e cercando di identificarli.
✅ Applicarli direttamente al tuo strumento, suonando scale, arpeggi e progressioni di accordi.
✅ Studiare brani che sfruttano particolari intervalli per capirne l’effetto emotivo e compositivo.
Più familiarità avrai con gli intervalli, più la musica ti sembrerà un linguaggio naturale e intuitivo. Che tu sia un pianista, un compositore o semplicemente un appassionato, padroneggiare gli intervalli ti aprirà un mondo di possibilità espressive.
Buono studio e… buona musica!

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